Il museo del pane rituale di Borore rinascerà a nuova vita, ma sarà necessario attendere i lavori di ripristino e sistemazione, che comprendono anche il rifacimento degli infissi e delle parti in legno malandate. La loro ultimazione è prevista tra la fine di marzo e i primi di aprile dell’anno prossimo.
Poi sarà necessario riprendere il lavoro di promozione e informazione che lo aveva fatto conoscere anche all’estero.
Il museo del pane di Borore è entrato in fase di stallo durante la gestione commissariale del Comune, quando il Consiglio venne sciolto in seguito alla vicenda giudiziaria, poi sgonfiatasi, nella quale rimase coinvolto il sindaco, Tore Ghisu. Mentre Ghisu era agli arresti domiciliari, impegnato a difendersi da un castello di accuse che è crollato al primo esame in Tribunale, il Comune è stato affidato a un commissario.
Il quel periodo il museo del pane è rimasto inattivo e chiuso per diverso tempo. Il pane è facilmente deperibile ed è stato attaccato dai parassiti, gli stessi che poi hanno aggredito l’incannicciata del tetto e le parti in legno della struttura con conseguenze immaginabili.
Ora si rimette tutto a posto. Se in primavera si potrà riaprire, bisognerà poi riprendere da capo quel lavoro di promozione che aveva fatto conoscere il museo Borore nel mondo. Al suo interno era stato allestito un percorso che andava dalla semina del grano alla panificazione. Tutta la filiera era racchiusa in spazi ampi e luminosi, un ottimo percorso culturale e didattico che richiamava visitatori e scolaresche. Era stato aperto al pubblico nel giugno 2006 ed era il primo museo del pane rituale in Sardegna. Esponeva nelle teche ad ambiente controllato oltre 300 tipi di pane, da quello rituale e più sofisticato al pane nero. Una sala era dedicata agli attrezzi per la lavorazione del grano e della farina, una alla panificazione e il resto all’esposizione del pane, il prodotto finale di un processo lungo che inizia nel campo e nella terra e si conclude sulla tavola.