Le Figlie di Maria Ausiliatrice ci hanno risposto:
“Con dispiacere abbiamo letto l’articolo pubblicato su questo Sito dove, a proposito della chiusura dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Macomer, si parla di “suore in fuga” dal “luogo del bisogno”; appare evidente che chi manifesta un tale pensiero, ferma restando la libertà di farlo, parla, anzi “straparla” senza conoscere la realtà dei fatti. Del resto lo stesso autore afferma: “l’Ordine avrà avuto le sue ragioni per andar via, non le conosco”: ecco, appunto, non le conosce e, prima di dare giudizi affrettati, avrebbe fatto cosa “buona e giusta” ad informarsi direttamente alla fonte.
Ebbene ci teniamo a precisare una circostanza ben nota al territorio e cioè che le Suore, tutte le Suore “passate” da Macomer in questi lunghi 60 anni, dal primo all’ultimo giorno, si ribadisce tutte, indistintamente, si sono prodigate dedicando la loro vita alla “missione” a favore dei giovani in particolare e della collettività in generale. Nella piena consapevolezza di aver adempiuto alla propria vocazione le Figlie di Maria Ausiliatrice lasciano Macomer “a testa alta” avendo piantato un seme che ha dato tanto frutto e che continuerà a darne. Ed invero il Carisma di San Giovanni Bosco e di Santa Maria Domenica Mazzarello ha raggiunto, in questi anni, numerosi “cuori” oggi impegnati nella società civile, nell’imprenditoria, nella politica, nella scuola, nello sport e nello spettacolo. Le Suore lasciano una bellissima eredità: giovani capaci di gestire in autonomia percorsi educativi, lavorativi e sociali … una vera Famiglia Salesiana!
Appare estremamente superficiale e falso affermare che le Suore di sono comportate come “amministratori delegati di aziende”; a questo proposito evidenziamo che, se le Religiose si fossero davvero preoccupate del “profitto”, avrebbero lasciato Macomer già da molti anni. Infatti sono ormai oltre due decenni che a causa dello spopolamento, della scarsa natalità, del calo delle vocazioni e della mancanza di risorse economiche, l’Opera in questione ha subìto gravi perdite ed è stata costantemente sostenuta, proprio per l’importanza della missione in quel territorio, dalla sede Provinciale dell’Istituto. Pertanto la chiusura della Casa si è resa necessaria dopo un lungo processo di riflessione e di “ridisegno” delle Opere, iniziato da numerosi anni, dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Non si tratta, dunque, di una “ritirata burocratica”, ma di un doloroso “addio” nella certezza che quanto seminato dalle FMA in questi anni non andrà disperso, ma continuerà a vivere nel cuore di molti”.
Siamo grati alle suore per averci risposto anche in questo modo inusitatamente stizzito.
Mi pare, però, anche dopo la lettura di queste parole, che vengano confermati tutti i contenuti del nostro precedente articolo. Li ribadiamo, con qualche precisazione.
1) avevamo detto che non conoscevamo le ragioni per le quali l’Ordine aveva deciso di lasciare Macomer, ma avevamo anche detto che i cristiani non hanno logiche aziendali e non dovrebbero essere guidati dagli obblighi di bilancio. Adesso capiamo che la motivazione sarebbe la seguente: da vent’anni l’opera è in perdita ed è stata sostenuta dalle casse della sede Provinciale. Non si poteva proseguire.
Quindi avevamo ragione: le suore vanno via per ragioni economiche. Piaccia o non piaccia, essere cristiani è una condizione scomodissima. A me non risulta che noi cristiani abbiamo tra i nostri valori-guida l’equilibrio di bilancio. La logica della sostenibilità finanziaria delle azioni è una logica aziendale, come lo è la chiusura delle filiali in perdita.
2) Le Figlie di Maria Ausiliatrice rivendicano il bene fatto in questo territorio (la “missione”) in 60 anni. Fanno bene. Nessuno lo ha mai messo in discussione. Il problema è che c’è ancora bisogno di loro e che nel mezzo del bisogno le Figlie di Maria Ausiliatrice fanno i bagagli.
3) I latini dicevano “Et respice finem”. Spesso sono gli atti finali di un’impresa a dare il senso a quelli precedenti. Le suore a Macomer hanno insegnato il disinteresse personale in nome di Gesù; hanno insegnato la necessità di una disciplina interiore per la costruzione di sé; hanno insegnato a soccorrere i poveri; hanno insegnato a istruirsi; hanno insegnato che hanno fatto tutto questo nel nome di Gesù. Oggi vanno via nel nome del Bilancio. La contraddizione stride. In quale dei due momenti le suore sono state cristiane? In entrambi non è possibile.
Restate. Non andatevene.
Ma se lo fate, non lamentatevi se qualcuno vi ricorda chi siete, da dove venite e chi invece dovreste essere.