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Consorzio industriale: cinquant’anni di partecipazione gettati nel cesso

Fine del Consorzio industriale di Macomer nel silenzio degli amministratori e sindaci della zona. La Regione ha deciso di accorparlo al Consorzio provinciale di Nuoro, al quale già fanno capo gli agglomerati di Suni, Sologo, Sarcidano e Ottana.

Il futuro industriale di Macomer, già segnato dalla chiusura di industrie importanti come Legler e Queen nel primo decennio degli anni Duemila e da 15 anni di gestione commissariale limitata all’ordinario, è ora da considerare una partita chiusa definitivamente.

Anche perché sindaci e amministratori di questa zona sembra quasi che non si siano accordi di quanto ha deciso la Regione, più o meno quanto stava accedendo con la ferrovia che dovrebbe collegare Prato Sardo (la zona industriale di Nuoro) ad Abbasanta e che, se realizzata, avrebbe conseguenze pesanti per Macomer e per tutto il centro Sardegna.

La delibera della Giunta regionale parla chiaro: il Consorzio di Nuoro subentra a quello di Macomer «nelle funzioni, nel patrimonio e nel personale». Il tutto dovrà concludersi entro il 30 giugno del 2026, tra due anni.

Per tappare in parte il buco di 1.717.886,37 euro sono stanziati 681.433,19 euro. Il futuro dei due agglomerati industriali di Tossilo e Bonu Trau è ora tutto da scrivere e non si annuncia una bella storia. Il Consorzio di Macomer è nato nel 1957 per gestire la zona degli insediamenti produttivi che allra era stata individuata a nord-ovest dell’abitato verso Sassari. Nel 1961 un decreto della Giunta Regionale riconosce l’area di Bonu Trau zona di interesse regionale e 1968 un altro decreto crea la ZIR di Tossilo.

Il Consorzio di Macomer, che era già una realtà importante, è cresciuto ancora con la gestione di Nino Carrus e con l’azione della finanziaria regionale Intex, che ha portato avanti un’efficace azione di promozione industriale nel settore tessile. Nel 2008 la Giunta Soru decide di chiudere e liquidare i consorzi e la Giunta Cappellacci fa il resto.

Nel Marzo del 2012 le amministrazioni della zona hanno tentato di farlo rinascere con due comuni, Macomer e Borore, ma con l’intenzione di allargarlo al territorio attraverso l’Unione dei comuni del Marghine e alle imprese che operano a Tossilo, ma non hanno mai ottenuto risposta. Dodici anni di silenzio della Regione non promettevano nulla di buono. La risposta è arrivata con la deliberazione n. 17/1 del 14.6.2024 che stabilisce di accorparlo a Nuoro su proposta degli assessori all’industria Emanuele Cani e all’ambiente Rosanna Laconi e con la firma della presidente Alessandra Todde. La Giunta regionale insediata nei mesi scorso sarà ricordata a Macomer come l’accabadora del Consorzio industriale.

2 commenti

  1. Domenico Falchi
    Domenico Falchi 16 Giugno 2024

    Sarebbe dovuto accadere il contrario: Macomer avrebbe dovuto sccogliere 0ttana e Prato Sardo: dove sono le industrie a Nuoro? Malgrado la decadenza Macomer e la zona contano importanti industrie
    Sulla lavorazione della carni e sul formaggio

  2. Cristina Russotti
    Cristina Russotti 21 Giugno 2024

    Non ho votato la Todde, sapevo che avrebbe fatto danno al centro della Sardegna e così sta accadendo,spero sparisca presto e vento in poppa cara presidente! Tanto la centralità a Macomer, non gliela toglie nessuno nemmeno Nuoro!

I commenti sono chiusi.