Tra le ultime delibere adottate dalla Giunta regionale uscente, una riguarda il «regime di aiuti per l’organizzazione e la partecipazione alle tre manifestazioni fieristiche zootecniche di Arborea, Macomer e Ozieri», cioè le tre fiere del bestiame che si tengono in Sardegna e che un tempo avevano come unica sede di Macomer.
La delibera è del 15 febbraio. Non stanzia grandi cifre: 100 mila euro da dividere in tre, 33.333 euro e pochi centesimi per ciascuna fiera col vincolo dei costi ammissibili, che sono «spese di iscrizione, spese di viaggio e spese per il trasporto di animali, spese per pubblicazioni e siti web che annunciano l’evento, affitto dei locali e stand e i costi del loro montaggio e smontaggio, premi simbolici».
Se la rassegna si terrà, probabilmente la cifra non basterà a coprire i costi della pubblicità. Il problema infatti è quello di fare in modo che le aziende di allevamento decidano di partecipare per far sì che la manifestazione si tenga.
L’anno scorso è stata annullata all’ultimo momento perché le adesioni erano pochissime. A maggio era in programma la 12a edizione della mostra nazionale degli ovini di razza sarda iscritti al libro genealogico, che è saltata.
L’Assonapa, in collaborazione con l’Associazione Allevatori della Regione Sardegna, la ripropone per i giorni 3 e 5 maggio 2024.
Il termine per presentare le domande di partecipazione scade il 22 marzo. Sono poco meno di 180.000 gli ovini della razza sarda iscritti al libro genealogico di cui circa 150.000 sono allevati in Sardegna. Nel Marghine, che un tempo contava diversi allevamenti selezionati, è rimasto poco.
Il libro fu istituito nel 1928, quando vennero iscritti il primo ariete, di nome “Garibaldi”, e la prima pecora, di nome “Ageus niddas” di proprietà della cattedra ambulante di agricoltura di Cagliari diretta dal professor Francesco Passino, che era originario di Bortigali.
Negli anni Novanta tra il Marghine e la Planargia (soprattutto Suni) si contavano una decina di allevamenti con capi selezionati iscritti al libro genealogico. Un po per l’impegno che ne deriva, ma soprattutto per i costi, il loro numero è diminuito col passare degli anni. Si tratta ora di vedere quanti allevamenti chiederanno di partecipare alla fiera in programma per i primi di maggio. Sull’organizzazione grava un’incognita: la blue tongue che con l’arrivo della della primavera e delle giornate più calde potrebbe ricomparire imponendo misure di prevenzione che potrebbero far saltare la rassegna.