Con i lavori iniziati lo scorso anno Rete ferroviaria italiana (le ex Ferrovie dello Stato) intendeva «incrementare funzionalità e decoro, abbattere le barriere architettoniche, potenziare l’informazione al pubblico e migliorare l’accessibilità al treno», ma sono mesi che a Macomer la stazione è come se non ci fosse.
Se non è per il fatto che il treno ferma nel piazzale dal quale i passeggeri accedono al mezzo, per il resto è come se non ci fosse.
I passeggeri devono attendere la partenza del treno per Cagliari (con la chiusura del tratto nord della ferrovia per lavori Macomer è capolinea) o dei pullman sostitutivi stando all’aperto. Se nella bella stagione la cosa può essere anche gradevole (non proprio in piena estate a mezzogiorno o nel primo pomeriggio), nel periodo invernale non è proprio una bella esperienza, anche perché la zona della stazione è particolarmente esposta ai venti di maestrale e tramontana e durante l’inverno il clima di Macomer non è proprio da zone temperate.
A lamentarsi sono i pendolari, quelli che tutti i giorni prendono il treno per motivi di lavoro.
Qualcuno si è fatto carico di denunciate il disagio con una lettera pubblicata nei giorni scorsi su L’Unione Sarda. «Purtroppo dal momento in cui il treno è in stazione (ore 20,22) sino al momento della partenza, il capotreno di turno blinda le entrate per ragioni di sicurezza _ ha scritto l’utente del servizio denunciando il disagio _. Ci sono delle regole, è vero, ma non ci si preoccupa minimamente dei passeggeri costretti a stazionare sul marciapiede all’addiaccio, in quanto le stazioni sono in ristrutturazione e dunque non esistono sale d’attesa nelle quali ripararsi. Per giorni ho chiesto ai dipendenti delle ferrovie un po’ di buon senso, ma solo pochi comprendono davvero il disagio. I più ligi al regolamento dicono che lo stato delle stazioni non è un loro problema. Insomma, non c’è che da riderci sopra, perché ancora una volta possiamo solo dire: questa è l’Italia! Anzi: questo è lo stato in cui versano le ferrovie sarde». In attesa che la stazione riapra le sale d’attesa, ai passeggeri non rimane che ripararsi nel bar del vicino centro intermodale (nome altisonante ma nella realtà poco meno di un’autostazione) con un occhio all’orologio per paura che il treno (o il bus sostitutivo) parta e li lasci a terra. In attesa di tempi migliori non rimane che sperare nell’arrivo della bella stagione. Ma non è che le cose andassero meglio quando nella stazione delle Ferrovie dello Stato non c’erano lavori e le sale d’attesa erano aperte. Negli anni scorsi è accaduto che l’ultimo treno da Cagliari, con a bordo diversi pendolari che rientravano, sia arrivato a Macomer con forte ritardo e che i passeggeri abbiano trovato tutto chiuso, comprese le uscite. Per lasciare la stazione hanno dovuto saltare muri e percorrere un sentiero pieno di rovi e tra loro c’erano anche delle signore con i tacchi a spillo.