In via Berlinguer l’acqua è ormai una presenza perenne, anche nei periodi di siccità, ed è acqua potabile, mentre in via Quirico del Rio scorre acqua di fogna. In questo caso non c’è spreco, ma si temono problemi igienici, anche seri.
Il sindaco di Silanus, Gian Pietro Arca, ha segnalato ripetutamente i guasti ad Abbanoa, il gestore del servizio idrico e fognario in Sardegna al quale compete di provvedere subito alle riparazioni per eliminare l’inconveniente, ma si è sentito candidamente rispondere che non è stata individuata l’impresa alla quale affidare questo tipo di lavori nella zona alla quale fa capo il paese. È come se un’officina alla quale è stato concesso di operare in regime di monopolio non riparasse le macchine perché non ha ancora assunto i meccanici.
Abbanoa opera in Sardegna da quasi 20 anni. È nata infatti nel dicembre del 2005. I comuni furono obbligati a trasferire i servizi idrico e fognario al gestore unico. In molti casi, come a Silanus ma anche a Bortigali e altri paesi che avevano risorse idriche proprie, fu un pessimo affare: crescita esponenziale delle bollette, inefficienze (negli anni successivi Silanus, Bolotana e Lei rimasero senz’acqua per più di dieci giorni a causa di una falla alla condotta di adduzione che alimentava i tre paesi), disservizi e soprattutto il muro di gomma che Abbanoa oppone alle segnalazioni di cittadini e sindaci che mettono in evidenza perdite di acqua potabile o di liquami fognari. Dopo aver ricevuto l’ultima risposta assurda che farebbe cascare le braccia a chiunque, Gian Pietro Arca ha preso carta e penna e ha emesso un’ordinanza con la quale impone al gestore del servizio di provvedere entro i termini di legge. «Come mi è capitato di dire molte altre volte _ ha scritto poi nel suo stato Whatsapp _, se un sindaco dovesse governare il proprio comune come si sta amministrando Abbanoa, giustamente ci sarebbe una sollevazione popolare per costringerlo ad andare via, magari a dorso d’asino. La società più invisa ai sardi, nonostante la cospicua capacità finanziaria di cui dispone, mentre prevede restrizioni idriche, non provvede a riparare perdite d’acqua, che se opportunamente raccolta potrebbe approvvigionare molte famiglie per settimane.
La colpa di tutto ciò, superfluo dirlo, è di quella politica che attribuisce ruoli di rilievo e di fondamentale importanza in base alle appartenenze, prescindendo del tutto dalle competenze e capacità».
Meno di un mese fa’ è stata celebrata la giornata mondiale dell’acqua che ha l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni mondiali e l’opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco, alla quale ha aderito anche Abbanoa dato che per l’occasione ha aperto agli alunni delle scuole i cancelli del potabilizzatore di San Michele a Cagliari. Mentre da un lato è impegnata sul fronte della sensibilità ambientale e della lotta allo spreco idrico, su altri fronti sparge invece in grande quantità acqua potabilizzata con costi che poi paga l’utenza. Se è vero che al momento della sua costituzione ha ereditato acquedotti colabrodo, è anche vero che in 20 anni non ha risolto il problema. In passato i comuni provvedevano subito alle riparazioni dei guasti alle reti perché chi rischiava erano i sindaci, soprattutto se si trattava di perdite fognarie che potevano creare problemi igienici importanti. Abbanoa non muove un dito e non succede nulla. L’utenza la percepisce come un ectoplasma che resta impunito nonostante le inadempienze e le inefficienze.
Dieci anni fa l’allora presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu, portò avanti una campagna referendaria per abolire il gestore unico che accusava di inefficienza. Anche quell’iniziativa cadde nel vuoto. Intanto a Silanus e altrove l’acqua si spreca. È di alcuni giorni fa una protesta a Siniscola dove sono state denunciate sessanta criticità con perdite segnalate da oltre un anno e mai riparate, e nuove rotture che disperdono nel sottosuolo circa un milione e 300 mila litri d’acqua potabile. Altri guasti e disservizi vengono segnalati un po’ dovunque. Silanus è in buona compagnia.