Quello di Macomer non è mai stato un ospedale. Punto di riferimento per l’utenza del Marghine è stato e continua a essere quello di Nuoro.
Se in passato garantiva una certa efficienza nelle cure della gran parte dei reparti, oggi le cose non stanno più in questi termini.
Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, ha denunciato nei giorni scorsi la precarietà della situazione nella quale vive e opera il San Francesco.
L’utenza del centro Sardegna lo aveva capito da tempo e potendo cercava e cerca di scappare altrove (Cagliari, Sassari e Olbia, che non sono il massimo, sono punto di riferimento per le popolazioni di questo territorio che non riescono ad avere risposte a Nuoro).
Se un tempo c’era a portata di mano il piccolo ospedale di Ghilarza, che per piccoli interventi, situazioni non particolarmente gravi e trattamenti programmati poteva anche andar bene (tra l’altro era anche più vicino e più accessibile rispetto a quello di Nuoro), oggi non c’è più neanche questo. Di solito un sindaco e i politici locali tendono a difendere i servizi presenti nel territorio del loro comune minimizzando o nascondendo le carenze.
Evidentemente la situazione dell’ospedale San Francesco non è più sostenibile se il sindaco non ha avuto peli sulla lingua nel denunciarne le carenze e chiedere l’immediata convocazione della conferenza socio sanitaria.
Andrea Soddu ha detto che, nonostante le classifiche nazionali che lo collocano tra i primi 130 ospedali italiani (se la valutazione è attendibile, chissà come saranno gli altri!), vive una realtà molto diversa, fatta di precarietà e mancanza di risorse. I problemi emergerebbero in particolare nel reparto di ortopedia, dove la carenza di organico ha raggiunto livelli insostenibili.
Soddu ha sottolineato ancora che il problema interessa anche altri settori, da ematologia a oncologia, dal centro trasfusionale a pediatria, e ha concluso affermando che ormai nessun reparto sembra risparmiato dallo stato di difficoltà da lui denunciato.
Se prima si andava a Nuoro per avere risposta ai problemi di salute e il San Francesco, pur con qualche limite, riusciva a darne diverse, oggi anche da Nuoro si va altrove altrove alla ricerca di assistenza sanitaria per necessità che dovrebbero essere garantite vicino a casa. Questo per le situazioni di emergenza. Il sindaco di Nuoro ha parlato anche di liste d’attesa interminabili che si traducono nella perdita di un diritto, quello alle cure e alla salute negato dai tempi biblici d’attesa.