Giovedì 14 marzo, alle ore 18:30 – ex Caserme Mura, padiglione Filigosa – verrà proiettato il film “Arbores” di Francesco Bussalai. Con il regista dialogherà Marco Asunis, presidente della F.I.C.C. Ingresso a offerta.
L’iniziativa, promossa dal Centro Servizi Culturali UNLA, rientra nel calendario della 12° edizione di “Buon compleanno Faber. Non una cover, non un omaggio e nemmeno un ricordo. (R)Esistenze. Un saluto dai Paesi di domani”.
“Arbores” racconta il disboscamento selvaggio voluto e guidato dal governo piemontese dei Savoia che nell’800 rase al suolo l’ottanta percento dei boschi millenari della Sardegna. Alcune fonti:
“L’Isola di Sardegna fu letteralmente rasa al suolo come per una invasione barbarica. Caddero le foreste che ne regolavano il clima e la media delle precipitazioni atmosferiche.” (Antonio Gramsci).
“Persistendo nell’attuale sistema di distruzione, correranno pochi anni ancora, e poi resterà soltanto la dolorosa memoria delle nostre dense boscaglie.” (Giuseppe Siotto Pintor, deputato del Regno di Sardegna, 1836).
La distruzione dei boschi di cui parla il deputato e sindaco di Cagliari nel 1836 non solo non si fermò, ma nel 1861 il regno di Sardegna (trasformatosi in Regno d’Italia) vide ancora una volta la Sardegna pagare un enorme tributo al nuovo Stato diventando, ormai brulla, l’Isola delle pecore. L’isola disboscata e delle pecore.
Oggi neanche “la dolorosa memoria delle nostre dense boscaglie” è rimasta.
Nessuno, ancor meno i sardi, pensa davvero che la Sardegna, solo 150/200 anni fa, era una terra ricoperta di boschi millenari con corsi d’acqua abbondanti e un clima conseguente: fresco, rigoglioso e umido.
La rappresentazione di una Sardegna brulla, arida e desolata, “coltivata a granito”, popolata di pecore, di pastori, di briganti per conformazione del cranio, inizia solo alla fine dell’800.
Fiorenzo Caterini, nel suo libro Colpi di Scure e Sensi di Colpa (Storia del disboscamento della Sardegna dalle origini ad oggi, Carlo Delfino Editore, 2013), racconta molto bene tutto questo. Fonti storiche abbondanti, scrittori e letterati come Balzac e Valery, arrivati in Sardegna fino ai primi dell’800, raccontano di un’isola incantata, con boschi che partono dal mare e arrivano alla cima delle montagne, costretti continuamente ad attraversare fiumi e guadi. Con “migliaia di alberi di 5/6 metri di circonferenza e oltre, e di altezza proporzionata…”
“Arbores” racconta la storia del bosco del Monte Ortobene, un esempio di quello che è capitato ai boschi della Sardegna intera. Un bosco millenario, sacro alla popolazione, abbattuto dai colpi di scure dei taglialegna, come racconta bene Grazia Deledda in diversi suoi romanzi. Una piccola parte di quel bosco unico che era la Sardegna prima dell’Unità d’Italia.
Fortunatamente oggi, dalle ceneri dei carbonai, quel bosco rinasce.
Dopo il totale disboscamento subito nel corso del 1800, anno dopo anno, il bosco del Monte Ortobene, lentamente, ricresce. Dalle ceppaie di querce gigantesche nascono nuovi alberi. I cinghiali, un tempo spariti, oggi popolano ogni anfratto, ogni cespuglio del Monte. Dopo un inverno finalmente piovoso, tutte le fonti sono gonfie d’acqua. L’acqua, da monte a valle, sembra fare un percorso conosciuto a memoria e ridona vita a oltre 40 fonti. La terra si rigenera.
Per realizzare ARBORES è stato necessario un paziente lavoro di osservazione di 3 giorni di riprese al mese, giorno e notte, per 24 mesi. Una natura raccontata quasi in tempo reale. Che cresce e vive, con la pioggia e la neve, il vento e il sole. Con trappole fotografiche per gli animali, a terra e sugli alberi. Cinghiali, martore, donnole, volpi, si nascondono tra gli anfratti alla base del bosco. Il bosco visto dall’alto. Come un rapace vede la foresta, in volo, cercando la sua preda tra la fitta vegetazione…Il bosco visto da dentro, di notte. Il gufo, la civetta, l’assiolo.
Francesco Bussali è nato a Nuoro nel 1965. Dopo la laurea in Economia all’Università di Cagliari e il Master in Economics alla University of York (GB), per 18 anni ha lavorato come esperto del mercato del lavoro per la Regione Sardegna.
Inventa e realizza per l’Agenzia Regionale per il Lavoro la manifestazione “Il Cinema racconta il lavoro”, che seleziona e finanzia la realizzazione di corti e documentari sul mondo del lavoro in Italia.
Negli stessi anni realizza ‘Cancelli di fumo’, storia della Manifattura tabacchi di Cagliari e altri corti d’autore e documentari come “Il pranzo di Alice”, “Chiloè” e “Vietato attraversare i binari” che partecipano a festival in tutto il mondo, vincendo numerosi premi (Assim Vivemos, Brasile; Milano Film Festival,
L’appuntamento è per giovedì 14 marzo, alle ore 18:30 – Centro Servizi Culturali UNLA, padiglione Filigosa. Ingresso ad offerta.