Sono andati dal prefetto per proporre un’alternativa alla ferrovia Nuoro-Abbasanta (per essere più precisi Prato Sardo-Abbasanta), ma il pellegrinaggio dei sindaci del Marghine per ora non ha ottenuto la grazia.
La partita sarebbe ancora tutta da giocare, sempre che non si concluda alla fine del mese, dopo le elezioni regionali quando, anche a livello di Governo, di realizzare un nuovo tronco ferroviario in Sardegna non importerà più niente a nessuno.
La sensazione è infatti quella che, come avvenne cinque anni fa con la vertenza dei pastori, si stia vendendo fumo e in Sardegna c’è sempre chi è pronto a comprarne.
Al di la delle considerazioni su come farsi mettere l’anello al naso, vediamo quale alternativa i sindaci del Marghine hanno portato al prefetto di Nuoro. Si tratta di un’idea nuova, diversa anche dal potenziamento della vecchia ferrovia per Macomer, e prevede il collegamento di Prato Sardo con Borore.
Più che al trasporto dei passeggeri, questa nuova soluzione guarda al trasporto delle merci, che oggi non c’è.
Dal 2008 in Sardegna la ferrovia non trasporta neppure uno stuzzicadenti, a meno che non ce l’abbia in tasca o in valigia un viaggiatore. Il trasporto ferroviario delle merci è stato chiuso sedici anni fa. Allo stato delle cose non c’è all’orizzonte nessun progetto di ripristino. La nuova ferrovia, dunque, in prospettiva dovrebbe trasportare solo passeggeri.
I sindaci del Marghine sono però convinti che prima o poi le merci riprenderanno a viaggiare su ferro e un collegamento di Nuoro con Borore sarebbe anche in funzione di un collegamento con la zona industriale di Tossilo, poco distante, dove operano le strutture logistiche di alcune importanti aziende della grande distribuzione. Per quanto riguarda i passeggeri, invece, la sensazione è che entrambe le soluzioni, quella che prevede l’innesto alla dorsale ad Abbasanta e quella che lo prevede a Borore, servano solo per spostare aria nelle direzioni di marcia del treno.
In questa vicenda c’è anche un altro aspetto che incuriosisce: i sindaci vanno dal prefetto perorare scelte che sono politiche. Il prefetto è una emanazione del Governo di tipo amministrativo. In materia di trasporti le competenze sono della Regione. Il prefetto è espressione amministrativa di una gestione centralistica dello Stato. Dall’unità d’Italia alla fine dell’ultima guerra, aveva un potere enorme, tant’è che un giurista dell’epoca definì il prefetto «un ministro nella provincia che governa». Oggi non è più così, ma i sindaci della zona, forse orfani di referenti politici in Regione e a Roma, sembra quasi che vogliano restituirgli il ruolo.
Spesso, noi sardi ( popolo fiero e orgoglioso ), non ci differenziamo molto da quegli indios dell’America Latina che si fecero incantare dagli Spagnoli con specchietti e vetrini. Ora, perché la ricordo bene, anni fà, sorse una diatriba tra il comune di Macomer e quello di Borore, (amministrate guarda caso dallo stesso partito politico), su dove dovesse sorgere il Centro Intermodale per le merci, nel mentre che la diatriba proseguiva le fabbriche chiudevano e alla fine non se ne fece niente. Ora, il vento elettorale, ha risvegliato sogni riposti nel cassetto per raccattare qualche voto ma, dopo il 25 febbraio tutti ritorneranno in letargo e il territorio proseguira nel suo impoverimento e nel suo spopolamento.