Ai primi di febbraio dello scorso anno, l’amministratore straordinario della provincia di Nuoro, Costantino Tidu, e il responsabile dell’Ufficio tecnico dell’ente, ingegner Antonio Gaddeo, assicurarono ai sindaci del Marghine che si era già proceduto ad appaltare i lavori di sostituzione e ripristino dei giunti di dilatazione del ponte sul rio S’Adde saltati nei giorni precedenti e usurati al punto da imporre la chiusura al traffico della strada.
Tra pochi giorni sarà trascorso un anno da quando il dissesto di uno dei giunti causò un incidente, che per fortuna non ebbe conseguenze per le persone, e sul ponte non è stato fatto nulla. La soluzione adottata dodici mesi fa è sempre la stessa: lastre in acciaio saldate per coprire le lesioni del fondo stradale e il dissesto (che ogni tanto si staccano e vengono saldate nuovamente con ulteriori costi e spesa) e segnaletica che impone di ridurre la velocità.
Per il resto è silenzio.
Il primo anniversario della chiusura al traffico del ponte (poi riaperto) dopo l’incidente causato dal disallineamento dei giunti cadrà la prossima settimana, ma è da escludere che sarà celebrato.
Anche perché non c’è molto di cui vantarsi se dopo un anno e dopo aver stanziato 150 mila euro per eseguirli, dei lavori non c’è neanche l’ombra.
Nato male e con le gobbe (ne ha due), il ponte di S’Adde non sembra essere proprio un gioiello di sicurezza. Di vantaggi alla circolazione non ne ha portato più di tanti, se non quello di aver eliminato il percorso tortuoso di S’Adde nel tratto iniziale della ss. 129, ma il rapporto costi-benefici è fortemente sbilanciato verso i primi. Per realizzarlo sono stati necessari otto anni, un tempo lunghissimo che ha creato disagi enormi a chi viaggiava tutti i giorni dai paesi del Marghine verso Macomer per motivi di lavoro o per altro. Per arrivarci le alternative erano due: passare da Tossilo o risalire la ss. 131 per raggiungere lo svincolo nord. Il disagio era enorme. Questo ha determinato anche la fuga di una parte della clientela delle attività commerciali di Macomer verso altri centri, soprattutto Sassari e Oristano. Da quasi un anno si attende che il problema dei giunti venga risolto anche per evitare altre possibili chiusure del ponte che potrebbero rendersi necessarie per motivi si sicurezza. Il ritardo nell’eseguire i lavori appare incomprensibile, a meno che non vi siano altre ragioni diverse da quelle della burocrazia e tutte da esplorare. Ma questo potranno dirlo solo i tecnici della Provincia.