Servono pochi dati per dimostrare che la spoliazione infrastrutturale del Marghine in atto (ferrovie declassate, treni invecchiati, stazioni fatiscenti, inceneritori abbandonati, sanità marginalizzata ecc.) nasce dalla debolezza del sistema politico locale, privo di una visione chiara e forte sui temi strategici: ricchezza, lavoro, diritti, servizi.
L’interruzione della connessione ferroviaria tra Macomer e Chilivani per banali lavori di ammodernamento va messa in relazione con quanto accade e è accaduto in altre regioni, fortemente e intelligentemente difese sul piano politico.
Vediamo il nesso tra i numeri e il potere.
Il Trentino ha poco più di un milione di abitanti. La Sardegna 1,5.
La Sardegna ha 420 km di linea ferroviaria. Il Trentino 356.
Il Trentino ha 288 km di linea elettrificata. La Sardegna ne ha 0.
La Sardegna ha 377 km di linea a binario semplice; il Trentino 96 km. Il Trentino ha 193 km di linea a doppio binario. La Sardegna ne ha 50.
Si potrebbe obiettare che il Trentino è regione frontaliera e che lì passa il traffico del Brennero, mentr ein Sardegna si ha solo il traffico isolano.
Allora si dovrebbe valutare il caso della Val Pusteria, 176.000 abitanti divisi in 26 comuni, che dispone di una rete ferroviaria lunga 76 km interamente elettrificata con investimenti enormi realizzati nel 1985-89 e nel 2008-2009.
Le infrastrutture seguono l’intelligenza della politica. Il celebre detto di Einstein (“Se la vostra mente non è aperta, tenete chiusa anche la bocca”) può essere pronunciato anche in altro modo: “Se aprite la vostra mente, la vostra bocca dirà parole pesanti”.