In meno di una settimana si è passati dal quadro desolante di una crisi irreversibile, con l’Unione dei comuni del Marghine inevitabilmente avviata verso lo scioglimento, ai nuovi scenari da “torna a casa Lassie” aperti da un accordo tra i sindaci della zona che ha indotto a ritirare le dimissioni quelli di Sindia, Franco Scanu, e di Noragugume, Rita Zaru, entrambi freschi di elezione alla presidenza dell’associazione il primo e nella giunta esecutiva la seconda.
Si parla di un accordo, termine che dice tutto e niente, ma non si sa di più. I contenuti sono come i misteri della fede: bisogna crederci senza porsi domande. A renderlo possibile sarebbe stato il lavoro di ricucitura fatto da Franco Scanu, che in questi giorni ha contattato gli altri nove colleghi e ha rimesso assieme i cocci di un’intesa andata in frantumi nei giorni scorsi durante l’assemblea convocata per dare una nuova guida all’organismo e avviare una una nuova stagione di lavoro e di impegno per il territorio. Scanu ha anche annunciato la convocazione dell’assemblea per la prossima settimana. Si parla di accordo transitorio, vale a dire che l’ascia di guerra non è stata ancora sotterrata e che i motivi del contendere sono ancora tutti lì, pronti a nuovi inneschi e a un altro giro di ballo.
La crisi dell’Unione dei comuni del Marghine, che va avanti dalla fine della scorsa primavera, è infatti come il cerchio del ballo sardo con i danzatori che si allontanano allargandolo e poi ritornare saltellando verso il centro per allontanarsi di nuovo e riprendere da capo. Non è una crisi politica. Definirla non è facile perché dentro c’è di tutto. Sicuramente è un pasticcio. I motivi che avrebbero indotto a ricucire sarebbero il senso di «responsabilità nei confronti dei cittadini e del territorio» e l’esigenza di «consentire all’ente e alla struttura tecnica di portare a termine atti importanti per il prosieguo di servizi ed evitare allo stesso tempo la perdita di risorse». Anche se la gente non lo percepisce più di tanto, l’Unione dei comuni svolge un ruolo importante soprattutto nel sociale in quanto gestisce le risorse del Plus, il piano locale dei servizi alla persona, e le risorse con le quali viene attuato nei singoli comuni o a livello di territorio. Intanto, tra strappi e ricuciture, si ha la sensazione che si sia creato un immobilismo nuovo nel quale tutto si muove senza approdare a niente, come in un sogno dove le figure entrano ed escono quasi senza ragione. Non rimane che attendere l’assemblea che potrebbe essere completata per gli inizi della prossima settimana.