La notizia è che Rete Ferroviaria Italiana, la società delle Ferrovie dello stato che gestisce l’infrastruttura ferroviaria, praticamente i binari e gli impianti, nel corso di un tavolo tecnico riunito in prefettura a Nuoro ha scartato definitivamente l’ipotesi di collegare Nuoro con Macomer e ha scelto di proseguire lo studio di fattibilità per realizzare una nuova ferrovia da Nuoro ad Abbasanta.
Chiariamo il concetto. La linea Macomer-Nuoro prenderà il volo, non nel senso che faranno un aeroporto, ma che dopo più di un secolo la ferrovia a scartamento ridotto farà la fine della Tirso-Chilivani e di altre tratte smantellate in passato.
Il ruolo di Macomer come polo regionale del trasporto ferroviario sarà ridotto a stazione intermedia, praticamente come Giave o Bonorva.
Il tutto nel silenzio di chi amministra la zona.
Mentre i sindaci sono impegnati in un corpo a corpo fratricida sulle poltrone della comunità montana, altrove si decide sul futuro dei servizi di trasporto in questo territorio.
Nel dibattito sull’assetto dei collegamenti ferroviari nelle zone interne sono del tutto assenti, sembra quasi che la cosa gli scivoli addosso come la pioggia sulle oche. Ieri, nel corso di un incontro tenuto a Nuoro in prefettura i vertici di Rfi hanno dato certezze sul collegamento tra Nuoro e la rete ferroviaria principale, ma seguendo un percorso diverso da quello della linea a scartamento ridotto ammodernata negli anni scorsi con investimenti importanti. Al tavolo tecnico hanno partecipato in presenza o in videoconferenza, oltre ai dirigenti del Ministero e di Rfi e ai rappresentanti dell’assessorato regionale dei Trasporti e della Provincia di Nuoro, i sindaci di Nuoro e Abbasanta.
Da Macomer non c’era nessuno.
Rfi ha avviato nel mese di agosto lo studio di fattibilità per realizzare 50 chilometri di percorso della nuova ferrovia e nel corso dell’incontro ha assicurato il proseguimento dello studio tecnico, che si concluderà nel 2024 con sopralluoghi sul territorio. Sotto certi aspetti si sta rispolverando la vecchia idea contenuta in un ordine del giorno approvato dalla Commissione trasporti della Camera il 19 dicembre del 1987 su proposta del deputato Matteo Piredda che impegnava il Governo «a predisporre gli studi di fattibilità di un collegamento sulla Cagliari-Olbia da Abbasanta per Ottana-Nuoro-Olbia con caratteristiche di alta velocità che consenta la effettuazione del percorso Olbia-Cagliari in due ore e trenta minuti invece delle 5 ore attuali». Da allora sono passati 56 anni. In vista delle elezioni regionali, che dovrebbero tenersi a febbraio, il treno sembra andare più veloce. C’è però chi sospetta che possa fermarsi dopo il voto. Per la nuova ferrovia siamo attualmente nella fase di studio della fattibilità. In Italia il tempo medio tra la progettazione esecutiva e il termine dei lavori per realizzare un’infrastruttura di questo tipo è 6,8 anni (stima 2014 dell’Unità di verifica degli investimenti pubblici Uver), con tempi più lunghi nel Sud e Isole.
E a Macomer cosa ne pensano? Per ora sembra che i problemi siano altri e ruotino tutti nel vortice di antimateria che ha preso a girare sull’Unione dei comuni del Marghine con i sindaci in preda a una sorta di cupio dissolvi in stile ultimi giorni di Pompei.