Quello di avantieri è stato il terzo Consiglio Comunale dopo l’insediamento della giunta Uda.
All’ordine del giorno tre argomenti “istituzionali” (obbligatori): una variazione di bilancio; il consolidamento del bilancio; la nomina componenti delle commissioni consiliari.
Poca roba.
A quattro mesi dall’insediamento solo ordinaria amministrazione e nessuna manovra sostanziale che faccia capire quale linea politica e quali obiettivi prioritari si è posto l’esecutivo nel breve/medio periodo.
Un esempio? Prendiamo la variazione di bilancio.
Qualche mese fa tutti i soldi presenti in cassa (100 mila euro) furono spesi per il nuovo ufficio di staff e per il nuovo contratto del segretario comunale.
Oggi, con la variazione di bilancio, vengono accertate nuove entrate per oltre 21 mila euro (11 mila euro dalla Unione dei Comuni a titolo di rimborso per il servizio di Polizia Locale; circa 5 mila euro dalla Regione per la lotta al randagismo; 2 mila euro di rimborsi elettorali; oltre 3 mila euro per rimborsi da sentenze favorevoli).
Ci si sarebbe aspettati qualche iniziativa per sostenere il nuovo Corpo della Polizia municipale (i cui agenti, senza auto di servizio, si muovono da mesi a piedi e con le vecchie divise).
Balza agli occhi, invece, una spesa di 10 mila euro per cestini per i rifiuti e due panchine, qualcosina per le piccole manutenzioni, stampati e materiale di cancelleria.
Piccole cosette, per carità necessarie anche quelle, ma lontane da quei roboanti obiettivi ai quali è stata dedicata tanta attenzione in campagna elettorale.
Questo è lo stato dell’arte della politica comunale.
Piccole cosucce ben distanti dall’annunciato cambio di passo.
Per cogliere passaggi politicamente rilevanti dobbiamo guardare altrove ed in particolare alla Unione dei Comuni (la più importante assemblea sovracomunale del territorio) dove il Sindaco di Macomer, criptico in città, lì assume una posizione fin troppo chiara rompendo con l’attuale maggioranza, sfiduciando il Presidente e contribuendo enormemente all’impasse di quell’Ente.
Non entro nel merito di quella diatriba (lo farò quando ne parleremo in Consiglio) ma non posso esimermi dall’osservare che decisioni così rilevanti non possono essere assunte dispoticamente dal Sindaco senza neppure un passaggio, almeno informativo, del Consiglio comunale.
Decisioni di una tale portata necessitano della copertura politica dell’Aula consiliare in quanto le ricadute per la Città non sono affatto trascurabili.
Prendiamo atto che il Comune di Macomer non sta partecipando al voto e la tenuta dell’Ente e l’erogazione dei servizi, è assicurata da una maggioranza risicata.
Ma ancora per quanto?
C’è di che allarmarsi quando il Sindaco giustifica la sua (arbitraria) posizione col fatto che l’attuale presidente proviene da una fantomatica area politica sgradita (forse da quella dei piccoli comuni che non tollerano le egemonie e le prepotenze di alcuno? Forse da quella di chi vuole riportare la storia indietro di vent’anni, con gli stessi volti e gli stessi metodi?).
Più che riprendere a svolgere un importante ruolo di promozione di politiche territoriali condivise per lo sviluppo armonico del territorio (così come annunciato dal Sindaco nelle sue dichiarazioni programmatiche) a noi pare una dichiarazione di guerra.
Non è un bel segnale e c’è da preoccuparsi.